Le IPS Conference sempre più accessibili

La 27a edizione dell’International Planetarium Society Conference si è svolta dal 18 al 20 luglio 2024 a Jena (Fulldome Festival + IMERSA Day) e dal 21 al 25 luglio a Berlino, dove si sono concentrate le principali giornate di quello che, con cadenza biennale, è il congresso mondiale dei planetari.

La prossima edizione avrà luogo nel 2026 a Fukuoka, in Giappone, dove si svolse anche nel 1996. Ed è proprio quel lontano simposio nel paese del Sol Levante che mi suggerisce un interessante collegamento tra Osaka, sede della prima Planetarium Conference in Asia e l’edizione 2024 organizzata dopo ben sei anni senza eventi in presenza. Infatti l’edizione del 2020 era stata sospesa a causa della pandemia, mentre quella che avrebbe dovuto essere la prima Conference in Russia (St. Petersburg, 2022) fu cancellata a seguito dell’invasione dell’Ucraina.

Per quanto riguarda gli aspetti organizzativi il confronto che vorrei mettere in evidenza riguarda due novità che, rispettivamente nel 1996 e nel 2024, rendono assai peculiari queste due edizioni dell’IPS Conference separate da ben 28 anni. Quello in Giappone fu il primo (e fino ad ora unico) congresso bilingue, visto che tutti gli interventi vennero tradotti in giapponese dalle interpreti presenti in tutte le sessioni. Stiamo parlando di un lavoro incredibile dal punto di vista organizzativo, considerato il numero dei papers e dei workshops compresi nel programma di Osaka. Invece quello di Berlino, che è coinciso con le celebrazioni del Planetarium Centennial, è stato il primo congresso che si poteva seguire in streaming.

Dal punto di vista tecnico l’accesso alle 8 stanze – quella più capiente poteva accogliere tutti i delegati, stiamo parlando di qualcosa come mezzo migliaio di planetaristi – ha funzionato molto bene. Con la password inviata dagli organizzatori a coloro che si erano registrati per lo streaming – il costo era di soli 99 euro – era possibile seguire quasi tutti gli interventi, fatta eccezione per quelli ubicati in spazi particolari come le cupole gonfiabili.

Grazie alle telecamere puntate nella direzione dello schermo e del palco di ogni stanza si poteva vedere ed ascoltare il relatore, anche più di uno quando si trattava di forum o eventi a più voci. Il ricco programma giornaliero proponeva quasi in ogni momento, dalle 9.30 fino al tardo pomeriggio, le comunicazioni previste in spazi diversi. La qualità del suono era ottima. Inoltre era possibile selezionare l’opzione che consentiva di ingrandire l’immagine a tutto schermo. In questo modo veniva facilitata la lettura dei testi e la visione delle immagini e dei video che accompagnavano gli interventi. L’ingrandimento massimo si otteneva sotto la grande cupola del Planetario di Berlino.

Grazie alla chat era inoltre possibile inviare delle domande che poi gli organizzatori avrebbero letto ad alta voce. Durante la visione in streaming era facile registrare l’audio degli interventi, utile non solo per condividere il file con altri colleghi, ma anche per supplire all’assenza della visione in differita. Ho potuto anche scattare delle immagini.

Mi sono complimentato con gli organizzatori e spero che anche le prossime IPS Conference siano accessibili in streaming, meglio ancora se gli eventi saranno registrati e se potranno essere aggiunti i sottotitoli.

– un articolo di Loris Ramponi

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