- 1 Febbraio 2024
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- Tags idiomi celesti, Osservatorio Serafino Zani
Il progetto “Idiomi celesti” ha come finalità la divulgazione astronomica e la promozione dell’osservazione dei corpi e dei fenomeni celesti visibili ad occhio nudo. Il progetto è nato con l’intento di coinvolgere le comunità locali delle aree alpine dove si parla la lingua ladina e della valle di Lumezzane (Brescia) il cui dialetto ha una forte caratterizzazione. Infatti gli “Idiomi celesti”, che verranno periodicamente diffusi, saranno disponibili in lingua italiana, ladina e in dialetto lumezzanese.
Il progetto è stato ideato dall’Osservatorio Serafino Zani (Lumezzane, Brescia) e si avvale della collaborazione di Francesca Limiroli, divulgatrice astronomica della Val di Fassa, e Ivan Prandelli, da molti anni attivo collaboratore dell’Osservatorio Serafino Zani. Gli ideatori del progetto confidano che questa originale iniziativa riesca a catturare l’attenzione delle comunità locali. Per questa ragione si invitano anche altri enti a promuovere iniziative simili nei loro territori e ad informare l’Osservatorio Serafino Zani di queste eventuali attività (info: osservatorio@serafinozani.it).
Tutte le novità riguardanti il progetto “Idiomi celesti” verranno segnalate sulle pubblicazioni e sulle pagine web che l’Osservatorio Serafino Zani dedicherà al progetto.
Le prime due registrazioni sono dedicate alla Via Lattea e all’inquinamento luminoso. Ecco, come esempio, i testi in dialetto lumezzanese e in lingua ladina sulla Via Lattea. Sono disponibili anche le registrazioni audio.
1. Via Lattea, la Bià dele htele (in dialetto lumezzanese, in corsivo la traduzione in italiano)
L’è ehtèh dè ö muntù de htele tradhe enhema. E’ formata da un mucchio di stelle raggruppate. L’universo l’è pie de quii mocei que, giü per cantù. L’universo è pieno di questi cumuli, in ogni angolo. Fe cün che ‘l hàpeh ö gran mar pie culem de ruhù de htele. Immaginatelo come un gran mare pieno di isole di stelle. Ol noh roh, endoe ghè ol hul, la tera e ioter pianeti, e meliarde de htele, el hè ciama “Via Lattea” , la Bià dele htele. La nostra isola, dove si trova il sole, la terra e gli altri pianeti e miliardi di stelle si chiama via lattea. Hè ria a edela co iöch, henha strömegn, ma hul hè ghè heree, bel hcüür, quanta ghè mia la lüna. La si riesce a scorgere ad occhio nudo, senza strumenti, ma solo se il cielo è sereno e buio, e quando non c’è Luna. La homea prope ö henterulì che taia fo töt ol ciel da öna banda a l’otra. E’ in tutto simile ad un sentiero che congiunge il cielo da un lato all’altro.
2. “Via Latea”, noscia galassia (in lingua ladina)
La é desche na grana isola fita e toca de steile che le stasc adum. L’univers l’é pien e ras de cheste “isole”, belapontin se pel l pissar desche n ozean zenza fin con n grumon de “isole”. Noscia “isola”, chela olache se troa l soreie ensema a la tera, ai autres pianec e a miliarc e miliarc de steile, à inom Via Latea. L’é senester la veder con nosc eies, zenza durar strumenc, ma la doventa demò canche l ciel l’è seren, n muie scur e zenza luna. La somea desche na debola strizola lumenousa che passa via l ciel da na man a l’autra.