OVVERO...

Come costruire un planetario digitale con meno di 4.000 euro.
Un progetto di Gian Nicola Cabizza, Planetario di Siligo (Sassari).

Planetario di Siligo, Sassari

La cupola e lo strumento ottico del Planetario di Siligo, Sassari.

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IL PROGETTO

La fotografia qui sopra ritrae il Planetario di Siligo, in provincia di Sassari: un piccolo planetario optomeccanico installato sotto una cupola di 5 metri di diametro.

Recentemente abbiamo deciso di dotarci di un proiettore digitale, non ultimo per poterlo anche utilizzare in una struttura itinerante, e, avendo pochissime risorse, abbiamo deciso di costruircelo in casa sviluppando le idee del lavoro pionieristico del “LSS Open Project” di Yves Lhoumeau e Lionel Ruiz – sul cui sito web si possono reperire numerose ed utili informazioni.

Sia chiaro, chi dispone di almeno 60.000 euro è bene che si rivolga ai produttori qualificati, come quelli che sono regolarmente presenti ai meeting annuali di PLANit. Quelli sono veri e propri planetari, adatti a un’attività di livello professionale.

Tuttavia, nel caso – tutt’altro che improbabile – che disponiate solo di un budget largamente inferiore, diciamo solo 4.000 euro, potete comunque iniziare un’esperienza con il digitale.

Realisticamente?

Se vi accontentate di prestazioni di poco superiori al planetario optomeccanico che avete visto nella prima foto, ma con il vantaggio di poter proiettare anche video e di poterlo trasportare più facilmente, la risposta è: sì!

LISTA DELLA SPESA

Consigliamo di acquistare un video proiettore di risoluzione 4K interlacciati. Il mercato ne offre tanti a un costo compreso tra 1.200 e 2.000 euro.

Videoproiettore Benq

Esempio di videoproiettore Benq

Esempio di videoproiettore Acer

Esempio di videoproiettore Panasonic

È necessario anche un ulteriore componente ottico, che consentirà al vostro sistema di proiettare i contenuti sull’intera cupola emisferica (proiezione fulldome), coprendola per intero.

Per realizzare questo componente ottico è necessario acquistare due obiettivi: un grandangolare (fisheye) e un obiettivo dotato di ampia apertura. Per il primo consigliamo l’obiettivo Peleng 8 mm che, nel mercato dell’usato, può essere acquistato a un costo di 200-300 euro. Per il secondo, invece, suggeriamo l’obiettivo Samyang 85/1,4 Aspherical da 85 mm, del costo di 200-250 euro, sempre nel mercato dell’usato.

Obiettivo Peleng 8mm

Obiettivo Peleng 8 mm

Obiettivo Samyang 85 mm

Obiettivo Samyang 85 mm

Le due ottiche andranno raccordate in modo che l’85 mm punti verso l’obiettivo del proiettore, il grandangolo verso la cupola. Servono dunque due serie di anelli di prolunga, i più economici costano 16 €. Inoltre, poiché non è possibile avvitare i due gruppi di anelli maschio contro maschio, serve un tubo di raccordo facilmente realizzabile al tornio.

Raccordo tra le ottiche

Dettaglio del raccordo tra le due ottiche.

La lunghezza totale del gruppo di raccordo dovrà essere compresa tra 82 e 85 mm. Con le ottiche proposte, questa distanza è obbligata. Ove necessario, si potrà inserire un diagonale a 90° per proiettare verso l’alto senza porre il proiettore in posizione verticale, tenendo a mente che in tal caso il centraggio è più difficile e si dovrà ricorrere a un’officina meccanica qualificata per realizzare il supporto dell’ottica.

Il raccordo tra i due gruppi di anelli è un semplice tubo in alluminio, qui infilato nel primo gruppo di anelli. È stato poi tagliato all’altezza della freccia, per poter infilare il secondo gruppo, maschio contro maschio, bloccando poi il tutto con qualche goccia di colla per metalli. Se disponete di un tornitore attrezzato, potete farlo filettare sui due lati e il lavoro sarà più solido e professionale. L’importante è che la lunghezza totale, da flangia a flangia, sia intorno agli 84 mm.

Dettaglio del raccordo tra i due gruppi di anelli.

Dettaglio del raccordo tra i due gruppi di anelli.

Il risultato finale è presentato nelle fotografie seguenti:

Gruppo ottico completo

Gruppo ottico completo.

Componente ottico definitivo

Componente ottico definitivo ora montato sul proiettore con le viti a puntare e a tirare per il centraggio.
Trovata la giusta posizione, si sono realizzati gli spessori e le viti sono state rimosse.

Primo prototipo proiettore fulldome

Primo prototipo: il proiettore, come gran parte dei modelli desktop, ha una proiezione molto disassata verso l’alto, cosa che complica l’allineamento e la resa che, ai bordi del campo, era pessima.

Supporto Videoproiettore fulldome

Videoproiettore Epson 4K interlacciati, con proiezione assiale: l’assemblaggio è più semplice e la resa è molto migliore. I supporti del videoproiettore sono stati realizzati in multistrato marino da 20 mm.

Di seguito alcune fotografie (scattate a mano, con il cellulare) del primo test in cupola:

Test cupola planetario 1
Test cupola planetario 2
Test cupola planetario 3
Test cupola planetario 4
Pleiadi in cupola

Fotografia del cielo stellato proiettato in cupola: le Pleiadi sono risolte.

Possiamo concludere che i proiettori interlacciati funzionano dignitosamente. La resa è del 15-20% inferiore a quella di un 4K puro, che però è 3 volte più costoso. La risoluzione è quasi doppia rispetto a un proiettore da 1.200 pixel – che è assai più costoso.

Gian Nicola Cabizza al Planetario di Soligo

Il prof. Gian Nicola Cabizza con la versione definitiva del planetario digitale autocostruito.

La pandemia non ha consentito di ultimare tutti I lavori in programma. Per esempio, la cupola deve essere pulita e riverniciata perché, con il digitale, si vedono tutte le irregolarità della superficie.

La maggior parte dei proiettori economici non è costruita per il posizionamento verticale. Nel nostro caso il manuale sconsiglia di farlo. Ma ciò che conta sono i momenti dell’accensione e dello spegnimento del videoproiettore: per questa ragione il proiettore è montato su un supporto che consente di posizionarlo in orizzontale per le fasi di avvio e di spegnimento.

La resa con il cielo stellato è buona, decisamente superiore a quella del nostro optomeccanico. Nel complesso, il sistema funziona dignitosamente.

Riassumendo, la spesa da noi sostenuta nel 2021 è stata la seguente:

  • Proiettore: 2.000 €
  • Ottiche: 600 €
  • Raccordi: 32 €
  • Multistrato e minuterie: 100 €
  • Computer: 1.000 €

Totale: 3.732 €

In questi giorni (giugno 2022) si riescono a trovare – sempre nel mercato dell’usato – le ottiche a un costo di 150-200 € e un proiettore 4K (interlacciato) con ottica assiale a 1.100 €. Quindi, a un anno di distanza dalla realizzazione del nostro digitale, il tutto si può fare con 3.000 €.

In conclusione, se disponete di 60.000 € per l’acquisto di un planetario, vi consigliamo di rivolgervi ai produttori professionali disponibili sul mercato. Tuttavia, se avete solo 4.000 €, questa guida vi permetterà di giungere a un risultato soddisfacente con una spesa minima.

Data pubblicazione: 6 settembre 2022.
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